Ai più questa notizia farà sorgere certamente un sorriso ironico, non si tratta certo di un lavoro “tradizionale”, piuttosto di un espediente per sbarcare il lunario, per raccogliere quei quattro soldi che fanno da surrogato a un piccolo stipendio mensile necessario per non andare a delinquere.
Non sembra proprio che oggi, quello del “posteggiatore“, possa essere riconosciuto dall’opinione pubblica come un lavoro “ufficiale”. Certo! Gli vanno addosso i vigili urbani, sempre pronti a far rispettare la legge solo quando si tratta di rastrellare soldi da chiunque tenti di vivere nelle città (ormai hanno interpretato il loro incarico di lavoro alla stregua di quello di cassieri del Comune, il servizio in favore della cittadinanza – il reale motivo per cui è nato a suo tempo il Corpo dei VV.UU – è stato, nella maggior parte dei casi, interamente stravolto), gli vanno addosso la stampa e i media (Strisciala Notizia, le Iene, Report, ecc.), gli vanno addosso anche molti automobilisti e motociclisti effettivamente vessati da qualche delinquente “infiltrato” che danneggerebbe comunque, col proprio comportamento da “mafioso simpatizzante”, qualsiasi categoria di lavoratore volesse scimmiottare.
Ma una volta, tanto tempo fa, i “posteggiatori” ufficiali esistevano; forse qualcuno, che ha sulle spalle almeno mezzo secolo di vita, dovrebbe ricordarlo. Allora avevano ancora il crisma di impiegati comunali o statali, secondo il legittimo datore di lavoro dal quale dipendevano.
Oggi si ride (comunque amaramente) quando si legge sulla carta stampata o sulle pagine web che i “posteggiatori” hanno scioperato contro le continue multe (600 euro ciascuna) imposte dai vigili, si proprio così: si sono permessi di scendere in piazza come un qualsiasi lavoratore, sembra quasi un paradosso!
Vorrei far notare tuttavia che in tantissimi casi questi bistrattati cittadini (sì, perché anche loro sono cittadini come tutti gli altri) cercano di fornire un servizio pubblico, quello che non danno certo i vigili urbani, pronti fin dalle 8 di mattina, con la penna in mano e quel loro “simpatico” blocchetto dei moduli di contravvenzione, a “dare la caccia” ai terribili “trasgressori”, che spesso risultano piuttosto solo poveri “perseguitati”.
I posteggiatori sono spesso anche utili, talvolta persino “necessari“, soprattutto se consideriamo la drammatica situazione del traffico metropolitano di ogni giorno, lo scadente servizio offerto dai mezzi pubblici e la penuria di luoghi dove poter lasciare l’auto, magari solo per pochi minuti, in queste nostre città divenute ormai invivibili.
Non voglio certo fare un panegirico per coloro che si sono approntati posteggiatori perché non sono riusciti a trovare un lavoro più “classico”, tento piuttosto di manifestare la mia sincera convinzione che in quest’epoca di stravolgimento di ruoli, di babele sociale, di tolleranza al parassitismo (ma ci rendiamo conto di quanti falsi questuanti e finti accattoni soggiornano nei centri storici sotto lo sguardo indifferente dei vigili urbani?) un modesto individuo, che ti aiuta a sistemare da parte l’auto per qualche minuto senza disturbare il traffico o che ti da il ticket per il posteggio altrimenti introvabile, tutto sommato è anche utile a rendere più accettabile la tua giornata in città.
Poi, magari, i media chiamano “professionista” un killer o un rapinatore, come se fosse ufficiale la professione di assassino o quella di bandito … “l’è tutto sbagliato…l’è tutto da rifare“, diceva il buon Bartali.