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Stato sciacallo mafioso

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Altro che pizzo!  Lo stato sta somigliando sempre più a uno sciacallo affiliato a una associazione per delinquere.

Tutto le sue azioni, che vengono chiamate ufficialmente dai media e da napoletano, “riforme”, sono sempre di più improntate al mantenimento, se non all’integrazione, di consolidati incassi che troppo spesso rivestono caratteristiche di vessazione nei confronti del popolo italiano.

Sacrosanto che esistano le tasse, ma queste dovrebbero avere SEMPRE E COMUNQUE  i crismi della correttezza etica e dovrebbero essere improntate esclusivamente ai principi morali cui si fonda l’attuale Costituzione e la Religione Cristiana, che danno vita al reale significato di CIVILTA’.

Ecco il motivo per cui qualcuno (padoa schioppa) nel recente passato ne aveva glorificato l’esistenza dichiarando perfino “le tasse sono belle”.

Ma sappiamo tutti che non è così.  Le “imposte” (già lo stesso nome contribuisce ad avvicinarle più al Medio Evo che non al Terzo Millennio) ricordano sempre più forme di “pizzo” istituzionalizzate e i comportamenti di chi le “impone” sono fin troppo assimilabili alle prepotenze tipiche di chi gestisce un potere mafioso basato sulla tirannide armata, peraltro quella più abietta e facile da imporre sulla popolazione inerme.

Che di equitalia si muore ormai è accertato, che le aziende massacrate dallo stato italiano negli ultimi anni sono oltre 300.000 è cosa acclarata, che c’è troppa gente che si distrugge col gioco d’azzardo ormai è risaputo, che i costi della politica sono un buco nero che risucchia tutte le già scarse risorse economiche dell’Italia intera è roba assodata…. e tutto ciò cosa vi fa venire in mente?

La camorra, la ndrangheta, la mafia, la yacuza, la triade … e così via schifando.

La così detta “legalità” è solo un paravento che contribuisce a giustificare e garantire azioni contro il “popolo sovrano” che non hanno alcunché di civile e corretto.

Facciamo un solo esempio al riguardo: l’ultima indegna porcheria che rafforza, integra e sviluppa la presenza del gioco d’azzardo in Italia contenuta proprio nella “legge di stabilità”, varata in questi giorni dal nostro governo a forza di “colpi di fiducia”.

Ebbene, pur a conoscenza che i malati di ludopatia nel nostro paese sono oltre 700.000, dei quali 300.000 cronici, e che sono in molti a morirne (è proprio di ieri la notizia di una coppia che ha ucciso la madre di lei per andare a giocarsi l’eredità alle slot machine), il nostro poco-amato governo ha pensato bene di concedere altre diverse centinaia di migliaia di licenze e, infamia delle infamie, penalizzare persino i sindaci delle città che si “permetteranno” di ostacolare lo sviluppo delle slot machine.  E tutto questo contemporaneamente al fatto di dover pagare (per la gioia dell’INPS) diverse centinaia di milioni di euro all’anno per la cura proprio delle ludopatie (considerate ormai malattie da cassa mutua) e di aver scontato 98 miliardi di sanzioni ai gestori di slot e video poker fino alla ridicola cifra di pochi milioni di euro che, vedrete, alla fine saranno pure condonati.

Chi garantisce questo governo trattando “così bene” i gestori del gioco d’azzardo?

Se dietro è facile supporre ci siano organizzazioni malavitose, lo stato come si pone assicurandone i profitti?

Al riguardo Leoluca Orlando, la cui Giunta ha aderito alla campagna nazionale contro il gioco d’azzardo ha dichiarato: “E’ una norma che mette lo Stato allo stesso livello degli esattori del pizzo di mafia.”

E potremmo scrivere ancora tanto: per esempio sul finanziamento pubblico ai partiti che continuerà con formule diverse ma analoghe, pur essendo stato sbandierato in eliminazione dopo il 2017 (e perché non da subito?), sulle tasse indegne, come il canone RAI mascherato come tassa di proprietà sui televisori (e perché non farne una anche sulle scarpe?), la tassa di proprietà di autoveicoli che con le targhe alterne camminano un giorno sì e uno no, la tassa di successione per la quale lo stato (sciacallo) va a succhiare denaro in casa del morto solo per il fatto che un certo patrimonio (già di per se tassato) transita da un nominativo all’altro e non certo per volontà “terrena”…..ecc….ecc…..ecc.

E dire che in una democrazia lo stato… siamo noi!

Autore dell'articolo: admin

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