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Rai da prendere a “canonate”

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Quello del “canone rai” è uno dei più vecchi e contestati balzelli di stampo medievale che la storia italiana ricordi, guarda caso è nato a metà degli anni ’50 mentre la repubblica è stata “partorita” nel 1946.

Inizialmente però era una tassa giustificata dalla totale assenza di fornitori alternativi di prodotto televisivo, ma in seguito alla ufficializzazione della concorrenza privata, alle nuove televisioni satellitari e alla sparizione del monopolio pubblico sulle trasmissioni radiotelevisive questa tassa doveva essere assolutamente eliminata.

Ma in Italia, per rispettare una legge della fisica: “nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”, il canone (o abbonamento) fu così trasformato in “imposta sul possesso di televisore“, altra immane stronzata perché, per venire in possesso di un televisore, l’utente già paga a monte un’altra tassa che si chiama IVA e questa sarebbe una duplicazione della stessa imposta. Quindi per possedere questo tipo di elettrodomestico ogni cittadino deve pagare prima l’iva e poi annualmente un altro tributo annuale…. e perché non fanno così anche per i frullatori, gli asciugacapelli, gli spazzolini elettrici e così via? Immaginate come potrebbero aumentare così le entrate per lo stato, potremmo avere un canone annuale per utilizzare il forno a microonde, il frigorifero, lo scaldabagno ecc. ecc.

A tutte queste osservazioni aggiungete anche quelle personali, ma ineccepibili, fatte nel post di un utente che abbiamo condiviso sulla nostra pagina Facebook il cui testo riportiamo qui di seguito:

<< Cari amici, poche ore fa ho ricevuto una cartella esattoriale da parte di Equitalia, società incaricata dallo Stato per la riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale. Equitalia mi chiede di saldare entro e non oltre 30 giorni dalla data odierna, 2.086 euro per non aver pagato il “canone Rai” nei rispettivi anni 2010 – 2011 – 2012 – 2013 – 2014.

Per chi non fosse informato, in Italia – unico Paese Europeo – i cittadini sono obbligati a pagare una tassa il cui importo è di € 133,50 all’anno. Se il versamento non avviene comunque si procede al recupero coattivo del canone Rai… che significa cartella esattoriale di Equitalia.

In verità, non sono un evasore fiscale. Anzi, le tasse le ho sempre pagate, ma farmi estorcere – € 133,50 all’anno – dalla Rai non ci penso proprio.

Pagare il “canone Rai” per guardare “Ballando con le stelle”, programma dove le star si cimentano in grandissime figure di merda sulle coreografie di Carla Fracci e Milli Carlucci.

Oppure “l’Isola dei Famosi”, dove personaggi di grande calibro come Daniele Interrante, Costantino, Alessandro Cecchi Paone, Antonella Elia, Aida Yespica, Ana Laura Ribas, Lory Del Santo e altri ancora, vengono abbandonati su un’isola deserta per poi essere incoraggiati alla sopravvivenza.

E per finire c’è lui, Bruno Vespa, con il suo storico programma “Porta a Porta”, dove una massa di vecchi parassiti della Politica Italiana, dopo essersi impegnati nel desertificare e distruggere il benessere socio-economico del nostro Paese, si riunisce ogni sera dopo le 23.00, per darci ulteriori lezioni di economia sociale.

Lo Stato, come un bandito di strada, intima alle persone “O la borsa o la vita”. E molte, se non tutte le tasse vengono pagate sotto il peso di questa minaccia.>>.

… E voi che ne pensate? Eppure è da circa trent’anni che non riusciamo a convincere un magistrato italiano a dichiarare anticostituzionale e illegale questo incredibile balzello che, una volta incassato dall’agenzia delle entrate dello stato italiano, viene interamente girato alla società “rai”, alla faccia della lotta della comunità europea contro l’assistenzialismo (ricordiamo che l’eu, per questo motivo, ha vietato l’aiuto di stato alla compagnia di bandiera Alitalia) e dell’abolizione del monopolio di stato sulle radiotelecomunicazioni.

Autore dell'articolo: admin

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