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La peggio gioventù

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L’illusione che una ventata di gioventù potesse risolvere gli atavici problemi italiani sia in ambito politico che manageriale, si è rivelata il peggiore flop degli ultimi vent’anni.
In un interessante articolo di Mariangela Cirrincione, riportato in parte e analizzato nella pagina Facebook di Informazione Libera e intitolato in modo piuttosto colorito “Le start up hanno rotto il cazzo“, viene esposta l’immensa delusione degli italiani per il fallimento totale di questa classe di dirigenti affetti da “giovanilismo compulsivo” alla continua ricerca spasmodica di una innovazione, spesso completamente inutile se non dannosa, che “porta sovrabbondanza di puttanate“.

Uno degli esempi che Striscia la Protesta ha denunciato già nel 2009, (ma a questo punto si tratta solo di una delle più piccole problematiche) è la ridicola convinzione che “chiamando in inglese cose che esistono in italiano queste siano diverse e più gustose, o che consistano addirittura in veri e propri cambiamenti epocali”.
Ma, come abbiamo detto, questo è solo un microscopico esempio nel macrocosmo delle “giovanili minchiate” che stanno affligendo, nel pubblico e nel privato, l’intera amministrazione del Paese Italia.
Altri emblematici atteggiamenti della nostra “peggio gioventù” sono riscontrabili in tanti ambiti, dalla politica alla gestione aziendale, dal giornalismo ai social network: il fantozziano lecchinismo verso le figure più rappresentative del potere, la presenza fisica e l’immagine pubblica curata eccessivamente come se si ci trovasse costantemente ad una “prima” della Scala, inutili cambiamenti organizzativi spacciati come importanti progetti innovativi, ma che in realtà generano solo caos all’interno dei luoghi di lavoro o negli uffici di competenza, i sorrisi a “62 denti”, artificiali ed ipocriti, spediti all’intero prossimo a guisa di sfida o di sfoggio di potere (vedere “la Gioconda” nell’articolo dell’8/6 u.s. di questo stesso blog) …. insomma in questo festival dell’orrore giovanile (o pseudo tale) c’è proprio di tutto, compresa l’acclarata incapacità di migliorare effettivamente le cose invece di sfoggiare quella sciocca e improduttiva creatività che sta affondando l’Italia.

Fino a una decina d’anni fa si gridava con convinzione: “facciamo largo ai giovani”, ma non sapevamo di certo che i giovani erano questi; oggi ci stiamo ricredendo e urliamo con rabbia: “meglio i vecchi conosciuti che i rampolli rampanti”.

Autore dell'articolo: admin

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