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Le farse della borse

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Non fatevi prendere in giro dai giornalisti televisivi del cosiddetto servizio pubblico quando parlano di Borsa.

Funziona così:

  • Un giorno “X” i tg nazionali iniziano a parlare di calo delle borse orientali, o di calo/aumento (comunque è un motivo buono per generare caos) del prezzo del petrolio, o di crisi economica in qualche paese emergente, o ancora di liti interne fra personaggi influenti della comunità europea, o di aumento/calo (comunque è un motivo buono per generare caos) del valore del dollaro o dell’euro, o di mal di pancia di qualche esponente politico, ecc. ecc.

 

  • Il giorno successivo, sempre gli stessi tg, amplificano il “panico” fra i piccoli risparmiatori, che hanno avuto la cattiva idea di investire in Borsa, dando notizia di forti cali nelle Borse europee in seguito agli “eventi” del giorno “X”. Magari analoghe perdite sono avvenute “fisiologicamente” tante altre volte nelle stesse Borse, ma il “collegamento” con gli avvenimenti del giorno prima configura, nella psiche degli investitori più deboli, gli estremi di un grave fenomeno economico in arrivo nei mercati internazionali.

 

  • Il terzo giorno i risparmiatori “fai da te”, terrorizzati dal timore di perdere tutto, vendono le azioni consolidando in realtà quelle perdite che non avrebbero voluto subire, perché vendono a prezzi molto più bassi rispetto a quelli presi in considerazione al momento dell’acquisto.

 

  • Il quarto giorno i ribassi sono tali da “permettere” l’intervento degli “sciacalli” speculatori, che spesso sono gli stessi azionisti di quelle società quotate in Borsa che hanno avuto le maggiori perdite. I faccendieri profittatori cominciano ad acquistare, o riacquistare, le stesse loro azioni o quelle di altre società che vorrebbero “scalare” (spesso si tratta di banche, assicurazioni, grossi gruppi finanziari, multinazionali ecc. ecc.). Nello stesso giorno i tg diffondono notizie di prossimi interventi cautelativi di qualche personaggio importante o di qualche organo istituzionale internazionale (BCE, Mario Draghi, FMI, Comunità Europea ecc. ecc.)

 

  • Il quinto giorno le Borse dichiarano il cosiddetto “rimbalzo”, in base alla marea di acquisti e all’effettivo intervento difensivo istituzionale (ovviamente del tutto aleatorio e spesso basato solo su impegni verbali) risalgono cioè ben al di sopra del valore iniziale registrato al momento dell’inizio della “crisi” e tutto finisce lì, ma solo per il momento. Non appena si verifica un periodo di stallo, ecco che la “sceneggiata” ricomincia.

 

Quindi i soldi guadagnati dagli “sciacalli” delle Borse sono in pratica quelli perduti dai poveri “teneroni” che cedono morbidamente ai morsi degli speculatori e ai “trucchi” mediatici, forse magari diffusi in buona fede e per ostinato dovere di cronaca da parte dei giornalisti, ma chissà, possibilmente concordati con gli stessi interessatissimi acquirenti finali.

In tutto questo “gioco delle parti”, difficile infatti stabilire i veri ruoli dei media, di Mario Draghi, dei grandi investitori, delle agenzie di rating, e dei giornalisti, mentre è certa la parte di vittima assegnata ad ogni piccolo risparmiatore fregato e scontato il genere “teatrale” attribuito a queste fiction economiche che tutto sono, tranne che eventi “naturali” di cronaca finanziaria.

Autore dell'articolo: admin

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