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Il sessismo non si riscontra solo fra gli uomini.
Questo preconcetto, ancor più grave se presente nella forma mentis di un o una rappresentante delle istituzioni, di fatto delegittima il pensiero e le azioni di chi continua a manifestarlo senza alcun ritegno, anzi quasi vantandone la profondità dei contenuti.
La signora boldrini non è nuova a “performance” verbali di questo tipo, ricordiamo, apprezzandone il grande senso del ridicolo (in quanto in fondo anche divertente), la sua insistenza nell’adottare improponibili forme femminili di sostantivi come: “presidenta“, “avvocata“, “ministra“, “direttora” ecc.ecc.
Nell’occasione qualcuno però le suggerì che andrebbero maschilizzate, per par-condicio, altre figure di lavoratori quando i protagonisti sono invece uomini, andrebbero così aggiunti agli albi professionali: il “camionisto“, il “tassisto” e così via stupidando.
Ma la boldrino-mania di esaltare la figura femminile fino al parossismo, soprattutto con l’intento di “calpestare” quella maschile, ha aggiunto recentemente una nuova “perla” alla collana di facezie della presidenta della Camera (meno male che non l’hanno piazzata al Senato, se no l’avrebbe fatto chiamare Senata): ha fatto gli auguri a una neonata e alla sua mamma, trascurando volutamente il papà in quanto “non è parte in causa“.
Questo video caricato su YouTube ripropone la brillante esternazione di questa personaggia della politica italiana.