Tutto e il suo contrario

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Per 60 anni nessuno, tranne ovviamente gli “eletti”, si è mai interessato di politica.
Ai tempi di andreotti & c., tutti subivano passivamente generando così le basi dello sconquasso odierno.
Oggi tutti urlano e si stracciano le vesti, si indignano, sparano raffiche di improperi e ingiurie gratuite.
QUOTIDIANAMENTE sui social chiunque ha qualcosa da ridire per quello che si fa e per quello che non si fa; ogni evento, ogni dichiarazione pubblica, ogni presa di posizione viene interpretata in due modi diversi e diametralmente opposti.
Vengono continuamente utilizzate DUE chiavi di lettura della storia contemporanea: una gira in senso orario e l’altra in senso antiorario, e quando nessuna delle due riesce ad “aprire” la verità, allora subentrano i “piedi di porco” per scardinare alla base l’esistenza stessa della realtà: le bufale e le anti-bufale.
Si diffonde di tutto e l’esatto suo contrario; ogni notizia, ogni rivelazione, trova subito il suo negativo a contrastarla. Sia vera, sia inventata però, si scopre sempre sui social un numero di fan rivali rispetto all’interpretazione opposta.
Non si capisce più nulla! La “rete” ha imbrigliato l’oggettività, così se prima eravamo tutti sicuri che l’asino non volava, oggi potete star pur certi che un cospicuo numero di persone ritiene il ciuco capace di piroettare in cielo al pari della pattuglia acrobatica.
E proprio nella politica, a metà del secolo scorso tanto poco considerata dalla massa popolare (fatte le dovute eccezioni), si può notare la maggiore espressione di quest’ambiguità.
Avete notato quanta gente GIORNALMENTE, specialmente su Facebook, si sollazza nei propri post a lanciare strali ironici, sarcastici, magari anche offensivi e rabbiosi, contro quel gruppo politico che non rientra nelle proprie simpatie? E lo stesso fanno i politici dai loro scranni istituzionali, vantando ciascuno le proprie scelte o le proprie idee, con chiavi di lettura dei fatti del tutto opposte, ma con identico grado di convinzione.
Ma sta gente dov’era negli anni ’70, ’80 e ’90, quando il debito pubblico ha iniziato a muovere i primi passi e a mettere i primi “dentini”? Quando andreotti faceva il bello e il cattivo tempo, quando amato privatizzò le banche e “prodino” e “ciampino” ci “vincolarono” all’europa e al rapporto del 3% fra debito e pil?
Magari gli stessi che nel ’68 facevano parte della gioventù ribelle, appiattiti alla fine del secolo scorso per i favori ricevuti dalla politica di allora, oggi si stracciano le vesti e inveiscono contro tutto e tutti perché si sono resi conto di quello che non hanno fatto in passato. Questa gente influenza, in questa inutile e confusa alzata di scudi, i giovani di oggi che sono vittime di quella vecchia ignavia dei loro stessi genitori.
Pirandello ha ottenuto la più grande gratificazione pubblica dopo il Premio Nobel proprio in questi primi decenni del XX secolo, oggi infatti dovunque, ma soprattutto sui social tutto “COSI’ E’, (SE VI PARE).

Autore dell'articolo: admin

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