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Porti sfottente ponte pì

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Ogni quotidiana dichiarazione dei politici viene regolarmente interpretata e deformata a uso e consumo dei colleghi della schiera opposta, così … tanto per sfottere i “nemici giurati”.
E’ un vero e proprio festival dell’ironia kitsch e infantile nel quale “sguazzano” i giornalastri e i troll del web, i primi ritenendo di aumentare l’audience, i secondi nel tentativo di farsi notare sulla rete raccogliendo le preferenze “di parte” con i soliti banalissimi like dei social.

Al di là dell’appartenenza o della simpatia a un gruppo anziché all’altro, è diventato un indegno tormentone questo sbeffeggiamento continuo che offende l’intelligenza, quando c’è, della gente che vi assiste dinanzi gli schermi.

Gli ultimi due esempi al riguardo sono il riferimento di Salvini ai “porti lussemburghesi” e una dichiarazione imprecisa e superficiale di Toninelli in merito alla ricostruzione del Ponte Morandi.

Salvini, rispondendo piccato a un balordo e offensivo scatto del lussemburghese Asselborn sulla questione dei migranti, ha invitato il suo interlocutore ad accoglierli nei “vostri porti“, mentre Toninelli, all’interno di una lunga dichiarazione a una selva di report che lo aveva circondato (visionate l’intero video al termine dell’articolo) ha detto: “Guardate che l’obiettivo non è solo quello di rifare bene e velocemente il Ponte Morandi ma di renderlo luogo vivibile, un luogo d’incontro in cui le persone si ritrovano, possono vivere, possono giocare possono mangiare“. Così giù il diluvio di facezie e sberleffi sul web e sulle reti televisive.

Nel caso di Toninelli poi, è intervenuto un tizio che ha estrapolato ciò che ho riportato in precedenza dal video originale pubblicato da “il Fatto Quotidiano“, decontestualizzando la frase, che “letta” così fa apparire un deficiente chiunque l’abbia pronunciata.

Premettendo che non simpatizzo né per l’uno né per l’altro, penso che sia veramente triste dover precisare (perché ciò tende a dimostrare quanto è diffusa la stupidità in Italia) che Salvini rispondeva al lussemburghese Jean Asselborn riferendosi agli altri stati europei, dotati di porti, che in quel momento Asselborn riteneva di rappresentare (lo sanno pure i lattanti che il Lussemburgo non ha sbocchi sul mare) e che Toninelli, parlando di vivibilità per il ponte Morandi, si riferiva all’intera zona circostante, soprattutto sotto il ponte, divenuto in questi ultimi tempi un pericolosissimo e invivibile habitat, e alla possibilità di infrastrutture collaterali che possano favorire le attività cittadine smorzando l’impatto urbano di un’autostrada tanto trafficata.

Ma ormai anche l’ovvietà viene messa in discussione.

 

 

 

Autore dell'articolo: Iron Icman

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