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I capi sono spesso i veri deficienti

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Questa vignetta vuole celebrare i manager dementi che hanno invaso l’Italia negli ultimi dieci anni in tutti i settori di lavoro, dalla sanità alle banche, dal pubblico al privato.
Amministratori delegati, dirigenti, responsabili delle risorse, presidenti d’azienda ecc. ecc., sempre in cerca di profitti più corposi tramite riduzioni, sempre più pressanti, del costo del lavoro, convinti che nell’era digitale la tecnologia possa soppiantare interamente l’intervento umano, hanno operato riduzioni e tagli continui al personale delle loro aziende depauperandone la forza e le capacità produttive e, in moltissimi casi, pretendendo anche prestazioni aggiuntive dai pochi dipendenti rimasti in servizio.
Il prevedibile risultato, nella stragrande maggioranza dei casi, è stato il fallimento o la vendita della società a gruppi esteri o per intero o “a spezzatino“, cedendo cioè via via i vari rami d’azienda … la cosiddetta tattica alla “Terminator“.
Certo i “capi” responsabili di queste orripilanti scelte dovrebbero essere messi al bando dal mondo del lavoro (anche perché al “termine” di queste loro imprese si beccano pure TFR milionari), eppure li rivediamo subito dopo nuovamente a dirigere altre aziende e altre società in una oscena giostra di incarichi sempre per i soliti conosciutissimi individui.
Tutto ciò fa venire il serio dubbio che dietro certi fallimenti o certe vendite ci sia un disegno ben preciso e che gli strapagati manager idioti siano in effetti delle “pedine” destinate a condurre proprio quegli specifici giochi al massacro.
D’altra parte se non fosse così sarebbe ancor più grave: i manager sarebbero realmente degli imbecilli, e ancor più di loro lo sarebbe chi persiste nel concedergli a turno ruoli tanto delicati; sarebbe il trionfo della stupidità, e la dimostrazione dell’inesistenza dei “furbetti del quartierino” in un tripudio, poco credibile, di demenza globale a partire da aziende e azionisti a finire con le autorità di controllo.

Infine un’ultima osservazione proprio sulla sanità pubblica, il settore in cui trova principalmente applicazione la vignetta di questo post: ma si può sapere una buona volta chi è stato quell’emerito “coglione” che ha trasformato un SERVIZIO pubblico in un business governativo e ogni ospedale in un’azienda che deve produrre profitto sulle spalle dei malati italiani?

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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