Sulla stampa specializzata ormai si leggono spesso annunci di questo tipo: “per lavoro qualificato si ricercano giovani in possesso di laurea magistrale in ingegneria civile col massimo dei voti, con ottima conoscenza della lingua tedesca e buona di quella inglese, possibile pratica Erasmus, grande esperienza nel settore, disponibilità a trasferte in Italia e all’estero, contratto di 6 mesi, 600 euro al mese“.
Stendiamo un velo pietoso sull’assurda ricerca di “giovani laureati con grandi esperienze di lavoro“; se li vogliamo “giovani” con una laurea magistrale (5 anni), non possono avere dunque meno di 23 anni (18 + 5), se aggiungiamo “grande esperienza lavorativa” (almeno 5 anni di esercizio per essere considerata “grande esperienza”) arriviamo a 28/30 anni minimo, e spesso a quell’età i lavoratori non sono più considerati “giovani”, dunque il profilo richiesto dall’annuncio è pressoché demenziale.
Se aggiungiamo poi tutti quei requisiti che disegnano più che altro un tecnico stacanovista con la cultura da “Premio Nobel“, viene fuori la figura di un “impiegato” perfetto con competenze da anziano manager coordinatore, con quale faccia possiamo proporgli un contratto a termine semestrale e una paga mensile da collaboratore familiare?
Ecco il lavoro per i nostri figli, ecco il futuro tanto auspicato per i lavoratori europei, e italiani in particolare, ecco le celebri “sfide” e “scommesse” che dovremmo affrontare QUOTIDIANAMENTE per migliorare la nostra vita, come ci ripetono da almeno 10 anni le litanie dei nostri politici (purtroppo anche del nostro stesso Presidente della Repubblica).
La vera sfida, la vera scommessa per la nostra società dovrebbe essere quella di RIDARE DIGNITA’ AI NOSTRI LAVORATORI, SOPRATTUTTO QUELLI CON PARTICOLARI MERITI E TITOLI ACCADEMICI (possibilmente non comprati nei paesi dell’est-europa che in molti casi non sembrano garantire l’effettiva partecipazione agli studi).
Sfruttare significa sottopagare, e se si ricercano meriti particolari dovrebbe esserci l’obbligo morale di remunerarli correttamente … e poi, affrontare il futuro come fosse sempre e solo una continua “sfida” al mondo intero o una “scommessa” perenne con ogni essere vivente, può far sembrare la vita dei nostri figli come una guerra infinita, tutto il contrario delle reali aspettative dei nostri ragazzi che cercano invece solo SERENITA‘, quella che le perpetue sfide per la sopravvivenza non potranno mai concedere … vero Presidente Mattarella?