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Registro delle pubbliche prese in giro

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Ne abbiamo già parlato tante volte su questo blog, e in particolare proprio il 31 luglio u.s. con l’articolo “Telemarcheting, una persecuzione epocale assimilabile allo stalking“, ma ancora le sorprese non sono terminate.

Alcuni nostri autori, per testare questo “meraviglioso” strumento che già aveva fatto flop nel 2011 dimostrando ampiamente che la volontà di coloro che stanno nella stanza dei bottoni NON E’ CERTO QUELLA DI FAR CESSARE UNA VOLTA PER TUTTE IL TELEMARKETING PERSECUTORIO, si sono iscritti al RPO (Registro delle Pubbliche Opposizioni).

Va bene che i risultati dovrebbero vedersi solo dopo 15 giorni dall’iscrizione, va bene che lo strumento SEMBREREBBE cancellare i “consensi” al telemarketing dati precedentemente in massima parte in modo del tutto involontario dai poveri utenti (sono i tranelli distribuiti a tempesta sui siti web mediante i tasti della privacy e dell’accettazione dei cookie profilanti), va bene che c’è un sito (www.registrodelleopposizioni.it) che SEMBREREBBE venire in aiuto dei cittadini sia per l’iscrizione sia per la gestione della stessa, va bene tutto … ma non funziona niente.

Intanto l’RPO è valido solo se gli operatori di telemarketing abbiano preventivamente aderito all’iniziativa, nel sito infatti è presente una lista di operatori disponibili ad accettare i servizi dell’RPO (secondo quanto stabilito dall’art 6, comma 1, del D.P.R. n. 26/2022). Sono dunque solo questi operatori presenti nell’elenco che sono abilitati a verificare con l’RPO le liste dei titolari di numeri telefonici disponibili a ricevere telefonate di telemarketing. E tutti i call center che rompono i “cotiledoni” dall’estero? E quegli altri che non si sono iscritti all’RPO perché intendono furfanteggiare con chiunque respiri in terra italica (specialmente se vivono soli e superano gli 80 anni di età)? Insomma … già questa è una limitazione macroscopica che rende pressocché inutile questa “meravigliosa” invenzione dei nostri governanti.

Ma andiamo avanti; l’iscritto può gestire la sua iscrizione entrando nel sito dell’RPO (con tanto di userid e numero di iscrizione come pw) per poi però scoprire (altra sorpresa) che le uniche opzioni previste sono: la reiscrizione, la cancellazione dal servizio (quella che ovviamente fa più comodo ai “palettatori”) e la revoca selettiva. Ci saremmo aspettati un modo per segnalare le violazioni dei call center, un contatto telefonico verde per chi non sa operare al computer, ecc. ecc., ma ovviamente niente di tutto questo.

Proseguiamo; sempre navigando sul sito www.registrodelleopposizioni.it , nel settore destinato alle informazioni per gli utenti sulle funzionalità dell’RPO si legge testualmente: Dopo l’iscrizione al servizio è possibile ricevere solo chiamate autorizzate dai gestrori (il rifuso è originale, non nostro) delle tue utenze – nell’ambito di contratti attivi o cessati da non più di 30 giorni (per esempio del settore telefonico ed energetico) – e quelle per cui hai rilasciato un apposito consenso successivamente alla data di iscrizione nel RPO”. Questo vuol dire che è previsto dall’RPO che continueremo a essere tartassati liberamente dai nostri gestori delle utenze, anche quelle cessate da meno di 30 giorni; così, per esempio, l’enel e i call center che dicono di operare per conto della stessa, in questi giorni stanno continuando a telefonare a raffica a uno dei nostri autori che si è iscritto già da tempo all’RPO; e che se dopo l’iscrizione dovessimo incappare in qualche tranello digitale cliccando su qualche tasto-trappola che appare all’improvviso sul nostro telefonino o sul nostro pc NON SAREMO MINIMAMENTE TUTELATI DALL’RPO che continuerà a permettere questo infame stalking telefonico ai nostri danni.

In poche parole lo Stato Italiano non ha alcuna intenzione di limitare il telemarketing, magari con la scusa “populista” (direbbe qualcuno) di voler salvare i posti di lavoro nei call center, come se permettere un reato (perché tutto questo è configurabile come STALKING, che è reato di natura penale) possa liberamente essere concesso dallo Stato pur di far lavorare i giovani (magari con salari e orari disumani tipici dello sfruttamento).

MINCHIA DELLO STRUMENTO SIGNOR TENENTE!

 

Autore dell'articolo: Santokenonsuda

1 commento su “Registro delle pubbliche prese in giro

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