Certo non siamo geni della televisione e in genere dell’informazione, quindi, nella nostra ignoranza in materia ci chiediamo cosa vorrebbero significare certe grottesche pseudo interviste, mandate in onda nei tg della Rai, nelle quali i sottoposti al supplizio persecutorio dei microfoni non rispondono in alcun modo o manifestano palesemente la volontà di non voler dire nulla.
Non parliamo poi del grado intellettivo che rivelano i “reporter” nel proporre domande come queste rivolte spesso a parenti di vittime di violenza:
– ma lei come si sente?
– cosa pensava di suo figlio?
– e ora come farà ad andare avanti?
– è disposto a perdonare?
……….
Ovviamente a questi “intelligentissimi” interrogativi, posti proprio nei momenti più drammatici per una famiglia, NON RISPONDERE e correre via dai microfoni dev’essere considerata la reazione PIÙ CIVILE che l’intervistato/a possa manifestare.
Ma la demenza cronica dei registi, dei responsabili di rete, dei giornalastri non prevede l’altrettanto civile taglio delle scene girate senza alcun effettivo risultato informativo per i telespettatori, e quindi continuano pervicacemente a mandare in onda queste patetiche scene (con il/la giornalista impegnato/a a rincorrere l’intervistato/a senza ottenere alcuna parola in risposta) magari solo come riempitivi dei servizi che già precedentemente hanno detto tutto il possibile.
Ci rivolgiamo dunque ai “geni” dei tg: non pensiate che queste pagliacciate siano ben viste dai telespettatori, e noi che stiamo dall’altra parte possiamo garantirvi che ciò che per voi fa “spettacolo“, per la gente che guarda con un briciolo di capacità analitica queste cose appaiono solo ridicole messinscene, per altro ABBONDANTEMENTE PAGATE COL CANONE; le vostre stupide performance sono quindi tutte a carico nostro e comunque L’INFORMAZIONE NON È SPETTACOLO.
Ma ci rendiamo conto che questo nostro appello cadrà miseramente nel vuoto, proprio come è accaduto nel recente passato con tante altre nostre osservazioni sulle conduzioni dei tg. Avevamo infatti fatto notare che mandare in diretta gli inviati per servizi sulla politica interna sempre dallo stesso posto dinanzi Palazzo Chigi, per poi presentare solo la messa in onda di servizi pre-registrati, era un inutile spreco di denaro che comportava tra l’altro l’inutile rischio di interventi a sorpresa dei disturbatori televisivi, perché non mandare “direttamente” il servizio pre-registrato? Avevamo anche fatto notare che i presentatori e le presentatrici dei tg, oltre a parlare a scatti come certe odiose segreterie telefoniche digitali, adoperano sempre le stesse parole e gli stessi modi di dire robotizzando di fatto, e rendendola noiosissima, tutta l’informazione pubblica (facciamo il punto, affrontare le sfide globali, ci colleghiamo con …, paesaggio mozzafiato, sold out ecc. ecc.). Non siamo però riusciti nel nostro intento di dare una scossa a questo piattume, probabilmente perché chi sta nella stanza dei bottoni resta convinto che questo modo di fare giornalismo sia il migliore possibile e risulti di alto gradimento per i telespettatori. Ovviamente non è così, ma lasciamo pure questa gente nella sciocca persuasione di far bene il proprio lavoro, è inutile pensare di poter migliorare questo scadente baraccone mediatico che già il compianto musicista Frank Zappa aveva raffigurato in questo modo nella sua più celebre fotografia.


