In realtà i veri nemici di Mediaset non sono le piattaforme streaming, piuttosto i programmi stessi dei palinsesti delle tv berlusconiane.
Certe porcherie televisive, vantate da decine d’anni come programmi di successo, sono diventati esempi internazionali di tv-spazzatura.
Livelli bassissimi di qualità culturale, reiterazione noiosa di stereotipi che si ripetono annualmente sempre uguali a sé stessi, personaggi scelti come protagonisti letteralmente IMPROPONIBILI, volgarità a gogò, linguaggio pessimo, battute che non fanno più ridere nessuno, moralità scesa al di sotto dello zero, ridicoli siparietti cui si prestano personaggi famosi denunciando poca dignità professionale, insomma trasmissioni praticamente INGUARDABILI.
Il falso successo di questo genere di programmi (grande fratello, uomini e donne, amici di maria de filippi, isola dei famosi, temptation island e così via “schifettando”) derivano da interpretazioni, volutamente di comodo, degli indici di ascolto, perché l’Auditel che li comunica è una società posseduta per il 27% proprio da Mediaset col marchio RTI.
In pratica in Mediaset hanno pensato per decine d’anni: “ma perché sforzarsi a pensare nuovi prodotti quando quelli ripetuti ciclicamente per interi decenni possono essere presentati sempre come il top del gradimento degli utenti?”
Minori sforzi di produzione, anche economici, e falso successo garantito; OVVIO CHE LA GENTE IN REALTÀ FINISCE COL SEGUIRE I FILM E LE SERIE TV IN STREAMING piuttosto che le solite boiate proposte in continuazione da Mediaset (ma anche la Rai in questo campo non ci scherza).
Pier Silvio Berlusconi ha recentemente manifestato l’intenzione di migliorare un po’ le cose, cominciando proprio da “Striscia la Notizia” che comunque, pur peccando anch’essa di ripetitività, è stata fino a oggi il migliore programma di denuncia delle reti Mediaset. Ora andrà in onda una sola volta alla settimana; forse un taglio eccessivo per il programma di Ricci, ma è pur sempre indice di un possibile cambiamento.

