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Che Monti la protesta per le riforme sbagliate

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Ascoltando le parole del neo Senatore a vita Mario Monti, sembra proprio che anche lui (tu quoque,  Monti, patri mi), come la stragande maggioranza dei politici che temono ritocchi ai loro enormi e sontuosi benefici che stanno mettendo in crisi l’Italia, ritiene che la soluzione di tutti i mali sia quella di intervenire, per l’ennesima volta in appena due anni, sulle pensioni degli italiani.

 Caro Monti, vorrei segnalarti alcune cose prima dell’avvio del tuo difficile incarico che ti sarà sicuramente affidato:

In Italia sino ad oggi….

1) nessuno parla di tassare le transazioni finanziarie;

2) nessuno parla di applicare una patrimoniale sui grandi patrimoni immobiliari detenuti dal 10% degli italiani più ricchi;

 3) nessuno parla dei consiglieri di quartiere (totalmente inutili) che percepiscono 2.800 euro al mese;

 4) nessuno parla di abolire le Provincie in tempi brevi;

 5) nessuno parla di eliminare i vitalizi dei parlamentari che, magari già a 25/30 anni hanno maturato una pensione di 3.000 euro mensili per soli 4,5 anni di legislatura;

6) nessuno parla di fare una sola Camera e diminuire di conseguenza il numero dei Parlamentari;

 7) nessuno parla di inasprire la lotta all’evasione tassando, nella giusta misura (e non al 5%), i capitali illegalmente trasferiti all’estero;

8) nessuno parla dell’effettivo beneficio finanziario per lo Stato nel caso di abolizione delle pensioni di anzianità (si parla di appena 1,5 miliari di euro all’anno…un’inezia rispetto ai 1.900 miliardi di debito pubblico);

9) nessuno sa spiegare la soluzione dell’equazione: <<Allungamento età lavorativa per i già decrepiti lavoratori sessantenni=aumento posti di lavoro per i giovani disoccupati>>

10) nessuno ha pensato che negli anni successivi alla possibile insensata scelta di fare andare comunque a 67 anni tutti i lavoratori, nessuno verserebbe un centesimo all’INPS per riscattare anni di anzianità, in questo sciagurato caso non più utilizzabili per andare qualche anno prima in quiescenza;

 11) nessuno ha pensato che, nel caso di abolizione del limite dei 40 anni di contribuzione (portati di fatto a 41 e tre mesi con le finestre), l’INPS dovrà restituire i miliardi versati negli anni nelle sue casse a tutti coloro che non usufruirebbero del beneficio del riscatto laurea andando comunque in pensione a 67 anni;

12) nessuno ha pensato che abolendo le pensioni di anzianità a ridosso dell’entrata in quiescenza di tanti lavoratori, verrebbero messe in ginocchio le grosse banche, già in crisi per le note problematiche finanziare globali, che non potrebbero diminuire le proprie spese sui costi del lavoro mantenendo, per diversi anni, migliaia di vecchie risorse umane invece di forze fresche, con maggiore capacità produttiva e soprattutto da pagare molto meno;

13) nessuno ha pensato che, sempre nella sciagurata ipotesi dell’abolizione del massimo di 40 anni di contribuzione, si verificherebbero diverse migliaia di casi di lavoratori in servizio anche per oltre 50 anni, solo perché inseriti nel mondo del lavoro in giovane età; insomma chi ha lavorato di più, lavorerà ancora di più, alla faccia dell’articolo 3 della Costituzione Italiana che prevede l’uguaglianza dei diritti di tutti i cittadini;

Insomma, caro Monti, il popolo cosiddetto “sovrano” ti concede il massimo della fiducia, ma dovrai valutare bene i precedenti 13 punti prima di proporre qualcosa che possa risultare da insulto per tanta gente che sta sopportando, da oltre un anno, le più indicibili porcherie pur di salvaguardare i politici che ti stanno attorno.

Sì alle riforme, ma no alla moda imperante nella casta. Le soluzioni per non danneggiare il popolo ed i lavoratori ci sono, e sono sotto gli occhi di tutti.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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