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Armi chimiche o fake news?

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Ancora oggi, a fine aprile, non si hanno notizie certe sull’ipotetico uso di armi chimiche da parte del regime siriano nell’area di Douma, ultima roccaforte delle milizie jihadiste filo saudite.

Sono andati gli ispettori ma ancora non si sa nulla, viene da pensare che l’ipotesi che si sia trattato di una messinscena per generare il “casus belli” non sia poi così peregrina.

Quando si è sparso sui social il sacrosanto dubbio che si possa essere trattato dell’ennesima fake news del folle mondo mediatico, molti utenti hanno inveito contro chi proponeva l’ipotesi alternativa ai presunti “massacri di civili”, e molti hanno gridato allo scandalo per la negazione della stessa guerra in Siria.

Ovviamente non si sta a contestare l’esistenza delle guerre in genere, specialmente quella della Siria, piuttosto l’uso scellerato e strumentale che ne fanno i media e i social.

Non solo, è proprio l’acclarata falsità di gran parte del materiale video e fotografico a generare caos nell’informazione pubblica e, di conseguenza, enormi difficoltà d’intervento per le stesse diplomazie che non riescono a bloccare i conflitti perché non sanno bene come stiano andando realmente le cose nelle zone di guerra.

E’ possibile che le “sceneggiate” (sempre che di questo si tratti realmente) siano state allestite da alcune delle forze in campo per colpire la reputazione degli avversari di fronte l’opinione pubblica mondiale, purtroppo la guerra è diventata pure questo, ma non è da sottovalutare anche l’ipotesi che gli autori siano personaggi in cerca di popolarità. Questa gentaglia, che forse vorrebbe vincere il Premio Pulitzer o diventare una star nell’enorme panorama dei youtuber mondiali non è assolutamente migliore di quelli che imbracciano il fucile, magari per difendere la propria terra.

Sono peggiori degli sciacalli che si aggirano nelle zone terremotate per rubacchiare gli oggetti delle vittime … in questo caso rubano immagini o le falsificano solo per i loro sporchi desideri di protagonismo, non certo per metterci al corrente di quello che succede in Siria.

Purtroppo quello che vediamo in tv o su Facebook finisce anche sui tavoli di riconciliazione che dovrebbero avviare i processi di pace. Immagini e notizie manipolate diventano così strumenti di ricatto e di minaccia per entrambe le parti, e la faccenda delle armi chimiche che sarebbero state utilizzate dal regime di Bashar al Assad nei sobborghi di Damasco, che Assad ha sempre negato di possedere e le cui prove in senso opposto sono costituite proprio da fotografie e filmati realizzati non si sa da chi, costituisce l’ultimo e più eclatante esempio della falsità imperante nella sfera dell’informazione.

Non dimentichiamo che sempre foto taroccate e filmati edulcorati sono serviti a George W. Bush a motivare il suo attacco in Iraq nella seconda guerra del Golfo. Anche in quel caso migliaia di morti da entrambe le parti solo per “armi di distruzione di massa” che Saddam non possedeva affatto.

La guerra è abietta e spregevole proprio come lo sono coloro che ne creano i presupposti o che ne sfruttano le conseguenze, ci sono realtà documentate seriamente, ma disgraziatamente si tratta spesso di “perle” in un mare di fango, difficile tirarle fuori!

Autore dell'articolo: admin

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