Ci stanno uccidendo, ma fingiamo di non accorgercene
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Come è stato per l’amianto, nonostante i campanelli d’allarme, la folle società umana prende coscienza dei propri orrori tecnologici solo quando il maggior danno è stato ormai prodotto.
La storia è sempre la stessa: per diverse decine d’anni si utilizzano massivamente frutti della tecnologia e prodotti industriali senza porsi mai il benché minimo dubbio sull’eventualità che questa roba, alla lunga, possa far male alla salute o all’ambiente in cui viviamo.
Tutto questo per “difendere”, come al solito, le multinazionali, le lobby globali e gli interessi economici dei governi, in un turbinio di sfrenato consumismo che ci uccide lentamente con la nostra colpevole complicità.
E’ il caso del fumo, i cui possibili effetti cancerogeni sono noti a tutti, ma che si continua a vendere nelle tabaccherie per “preservare” il relativo monopolio dello Stato; è il caso del petrolio e dei suoi derivati, per cui, pur in presenza di veicoli elettrici, ad alcol, a idrogeno, e persino ad acqua, si continua indiscriminatamente a estrarre petrolio dal sottosuolo trivellando, spremendo e inquinando i fondali dei nostri mari e infestando l’aria delle nostre città, ma senza impedire minimamente alle case produttrici di veicoli a motore di continuare a produrre mezzi che utilizzano combustibili fossili.
Ma è anche il caso della tecnologia utilizzata nelle comunicazioni mobili e nelle reti senza fili, comunemente denominate wi-fi. Sentendo ciò che dice il dottor Fiorenzo Marinelli, noto biologo che ha lavorato all’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Bologna conducendo diverse ricerche sugli effetti biologici delle radiofrequenze emesse dai cellulari, dai radar e dai wi-fi, non si può che farsi prendere dallo sconforto.
Sappiamo dunque di essere tutti sottoposti a un terribile e continuo bombardamento di onde elettromagnetiche che non risultano certamente salubri alla nostra salute e al nostro ambiente, eppure ogni essere umano sulla terra possiede almeno due cellulari per uso personale, eppure le case produttrici di telefonini continuano incessantemente a “sfornare” centinaia di nuovi modelli in miliardi di esemplari che tutti noi continuiamo a comprare come se fosse cibo necessario ad alimentarci, eppure le istituzioni internazionali e i governi delle nazioni più industrializzate del mondo continuano a istallare oscuri impianti di radiofrequenze in giro per il pianeta, magari, come fanno gli Stati Uniti d’America, ben lontani dal proprio territorio e con la stupida e suicida collusione di altre Nazioni considerate “alleate” (è il caso del MUOS – acronimo di Mobile User Objective System – impiantato in Sicilia, vicino la città di Niscemi con il passivo consenso dei vari governi italiani e le forti proteste della popolazione locale).
Insomma siamo immersi in un invisibile e immenso oceano le cui “onde” non tendono ad annegarci, piuttosto ad avvelenarci e intossicarci con uno tsunami elettromagnetico sempre in continua crescita.
Potremmo certamente limitare questo tipo di inquinamento, ma chi ha la forza e il coraggio, in un’umanità ormai schiavizzata e succube, di opporsi all’egemonia delle maledette multinazionali?
In alto: “Electro-magneto” – olio su tela 80 x 90 di Sergio Figuccia
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