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Il calcio: che barba, che noia, che noia, che barba

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Ieri sera ho visto in tv la finale di Champions League di calcio.
Incontro enormi difficoltà ogni volta che tento di pronunciare quel maledetto nome che hanno voluto dare a questo torneo europeo, una volta chiamato romanticamente “Coppa dei Campioni”.

Mia moglie sembra sempre aspettare con ansia quel fatidico momento, nel quale le preannuncio il mio possesso serale della televisione, per farsi quattro grasse risate nel  vedermi annaspare con la lingua (quella mia non quella inglese) per segnalarle l’evento che mi interessa tanto.

“Cara, stasera guarda pure la tua registrazione di “Grace Anatomy” perché io ho la finale della ……. ciempion linguen ….. cioé… della ciampions leangue ….. chiampon lignen ….” e qui, giù incredibili contorsioni del muscolo della cavità orale che fanno somigliare la mia lingua ad un serpente cobra in preda alle torsioni forzate dall’ipnotico flauto di un fachiro.

E mentre io soffro nel disperato tentativo di pronunciare quel cacchio di nome, mia moglie se la ride divertita seduta in poltrona come se stesse assistendo al più divertente dei cabaret.

Ma ricordate com’era facile un tempo evocare la partita del mercoledì sera? Sbracarsi come Fantozzi sul divano per assistere alla partita di COPPA DEI CAMPIONI, liberi da qualsiasi vincolo familiare, da qualunque pensiero di lavoro … era l’evento che non si poteva perdere, che ci calava come per magia in una specie di pianeta alieno che ci affascinava proprio per la sua sporadicità, per l’enorme attesa che ne precedeva la realizzazione, per l’imprevedibilità del risultato finale.

Oggi i mercanti globalizzatori, i manager del profitto che hanno stravolto il mondo per precipitarlo nella peggiore “torre di babele” che la storia dell’umanità ricordi, immersa com’è in quel caos ipertecnologico che annichilisce tutto e tutti, hanno massacrato anche questa “favola” sportiva.

Calcio in pratica tutti i giorni la settimana, centinaia di partite per ciascun campionato, sia esso nazionale che internazionale, interessi economici enormi che di sportivo non hanno proprio nulla, giocatori mercenari strapagati che giocano solo per la propria immagine e non per i colori della squadra …. per poi vedere vincere SEMPRE GLI STESSI RICCHISSIMI TEAM, nella più assoluta noia di chi questi team non ama di certo. Ma che piacere c’è

Tornando alla partita della champ….. “ex-Coppa dei Campioni” di ieri sera. Ecco cosa ho visto:

Pepe, un pagliaccio; Ronaldo sembrava più Rolando (quello di Aldo, Giovanni e Giacomo), Marcelo identico a Ficarra anche nel modo di giocare …. insomma, tutto era tranne che il Real Madrid. Eppure la iella è sempre più amica di chi “si è fatto la fama e poi si è coricato”.

Se non era per quel maledetto palo colpito dall’Atletico sarebbero ancora lì a giocarsela.

Non vince più il migliore, come una volta, vince chi ha sempre vinto.

Sinceramente mi sono stufato di vedere vincere sempre le stesse squadre (quelle che hanno più soldi, vedi Juventus).

Anche questo fenomeno, insieme al totonero, al calcioscommesse, allo spezzatino di fine settimana, agli azionisti esteri, ai bilanci continuamente in rosso, ai diritti tv, agli stipendi esagerati ecc. ecc. ecc., è uno degli assassini che stanno uccidendo il calcio, almeno nel mio cuore, non certo in quello di chi ci lucra sopra.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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