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Prima dei proclami informare con chiarezza

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L’arroganza tipica che si sviluppa in ciascun italiano che riesce ad arraffare anche un microscopico ambito di “potere”, sia a livello nazionale che locale, spinge ogni politico o amministratore pubblico verso una sorta di scriteriata esaltazione e di desiderio sfrenato di fare “proclami” ad ogni varo di nuove iniziative o celebrazione di quelle già realizzate.
Questa è una triste ed innegabile realtà che vediamo riproposta giornalmente sui media in contesto nazionale quando Matteo Renzi si propone al Popolo dai suoi “pulpiti” istituzionali e alla quale non si sottrae ovviamente anche il signor Giusto Catania, in ambito provinciale, nelle sue “trionfalistiche” esternazioni da assessore locale, volte a presentare alla cittadinanza palermitana le grandi “innovazioni” della giunta Orlando.
La cieca voglia di manifestare alla gente, “lì giù in basso”, la loro smisurata “bravura” e capacità manageriale, porta questi individui a vantare miglioramenti nella qualità di vita cittadina derivanti dalle loro decisioni, a prescindere dai sacrosanti chiarimenti illustrativi che dovrebbero dare prioritariamente al riguardo.
Così, per esempio, Giusto Catania è andato in “brodo di giuggiole” quando, parlando a suo tempo del nuovo tram cittadino, si è fatto scappare la frase “costringeremo i Palermitani a spostarsi con i mezzi pubblici ed a lasciare l’auto a casa”, senza rendersi conto del dittatoriale concetto promulgato con quel “costringeremo” e della mastodontica precarietà dell’attuale sistema di mobilità pubblica a Palermo.
Negli ultimi giorni l’assessore si è ripetuto in questo genere di performance verbali asserendo (ecco forse perché fa “l’assessore”) che la ZTL a Palermodiminuirà il traffico cittadino“.
Inizialmente mi è venuto il dubbio che si trattasse ancora una volta della solita demagogica dichiarazione di “palazzo”; mi sono infatti chiesto, e l’ho anche scritto in uno dei commenti sul post della pagina Facebook dello stesso Catania, come si potesse asserire con certezza assoluta che il “traffico cittadino sarebbe diminuito” se TUTTI gli automobilisti palermitani si fossero invece dotati di pass (pagando ovviamente).
Il signor Catania non ha risposto, ha frettolosamente emanato il suo proclama istituzionale, e poi non si è voluto difendere dalla valanga di improperi che gli arrivata dalla rete.
Ma il dubbio era fondato e veniva fuori proprio dalla mancanza di chiarezza del Comune di Palermo, va bene anche “proclamare” e autocelebrarsi, ma occorrerebbe prima spiegare per bene come stanno le cose; il silenzio, oltre ad essere offensivo nei confronti della Cittadinanza, è anche controproducente … sì, perché stavolta Catania ha effettivamente ragione, ma non ha voluto giustificare la sua affermazione, o per quell’arroganza di cui sopra, o perché non è dialetticamente in grado di farlo.
Così vorrei farlo io al posto suo (è veramente il colmo), perché ritengo che sia più “giusto” (come dice lo stesso nome dell’assessore) rendere edotta la gente di tutto ciò che sta dietro i provvedimenti pubblici comunali, prima di vantarli come la panacea di tutte le problematiche cittadine.
Sembra infatti che i pass annuali non vengano consegnati a tutti coloro che ne fanno richiesta, ma soltanto a chi risiede o lavora nella ztl. A tutti gli altri viene solo concessa la possibilità di acquistare un pass temporaneo giornaliero di 5 euro per emergenze o esigenze limitate. A questo punto il traffico automibilistico verrà effettivamente ridotto, non è infatti razionalmente possibile supporre che quotidianamente tutti gli automobilisti siano disponibili a pagare 5 euro per entrare nella ztl per fare shopping o per banalità che diventerebbero a questo punto troppo costose.
Sarebbe bastato chiarirlo preventivamente alla cittadinanza, che ne è venuta a conoscenza solo in seguito alle risposte degli addetti alla consegna dei pass.
L’asserto “è così .. e basta!” in una istituzione democratica non dovrebbe esistere, e il dialogo fra popolazione e amministratori pubblici dovrebbe essere una prassi consolidata, considerando anche la presenza sui social delle pagine istituzionali dei vari politici che dovrebbero utilizzarle proprio per questo civilissimo scopo e non per ridicole autoglorificazioni.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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