La faccenda è piuttosto vecchia, risale al febbraio di quest’anno, la proponiamo ai nostri lettori in base ad una specifica segnalazione che abbiamo ricevuto in redazione.
A Sellia Marina nella Provincia di Catanzaro, nell’acqua distribuita alla popolazione dal Comune, vengono riscontrati ben oltre i 10 microgrammi di arsenico per litro, previsti come massimo consentito dalla vigente normativa sulla salubrità delle acque destinate al consumo umano.
Ricordiamo che si sta parlando di ARSENICO, un semimetallo noto storicamente, ma anche nella letteratura “gialla” come potente veleno utilizzato spesso dagli assassini per uccidere le loro vittime.
Tra l’altro l’arsenico in passato (già nell’Inghilterra Vittoriana) veniva anche utilizzato come cosmetico e si racconta di uomini morti solo per aver baciato donne con l’arsenico sulle labbra.
Insomma, ritrovarsi una quantità eccessiva di arsenico nell’acqua che esce ogni giorno dai rubinetti di casa non è certo il top per la salute.
Ebbene a Sellia Marina lo shock nello scorso mese di febbraio è stato veramente grande.
È intervenuto il Codacons, l’ASP locale ha segnalato al Comune il «rischio di gravi danni alla salute per la popolazione» anche in base alle comunicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Comitato Scientifico Europeo che hanno ufficialmente legato arsenico e cancro in molti casi della letteratura medica. In Procura il Codacons ha perfino avanzato l’ipotesi di omissione e di attentato alla salute pubblica chiedendo un immediato intervento da parte della Magistratura.
Il Sindaco, con un’ordinanza del 19 febbraio ha comunicato ufficialmente a tutti i cittadini la presenza massiccia dell’arsenico nell’acqua distribuita dal Comune.
Ma il Codacons è andato ancora più avanti chiedendo che «le analisi fossero effettuate anche nei pozzi piezometrici disposti lungo il perimetro della discarica di San Simone, per comprendere se l’inquinamento della falda possa avere origine proprio dalla discarica».
Insomma si è fatto di tutto per risolvere la problematica, ma dopo 8 mesi non è cambiato nulla: il silenzio ha ricoperto l’arsenico nascondendolo di nuovo agli occhi di tutti, ma la gente probabilmente continua ad avvelenarsi come ci ha manifestato allarmatissima una nostra lettrice.
Occorre controllare, approfondire, tornare ad accertare la presenza dell’arsenico nell’acqua che la cittadinanza di Sellia Marina continua ad utlizzare; perché non basta dire: “non bevetela perché non è potabile”, l’arsenico, in certe quantità, potrebbe risultare pericoloso anche a contatto con le mucose, proprio come nel caso di quegli uomini morti solo per aver baciato donne con le labbra trattate all’arsenico in forma cosmetica; e l’acqua, anche se non bevuta, potrebbe far venire in contatto la sua componente velenosa con il corpo umano anche lavando i denti, con la pulizia intima, lavando i cibi ecc. ecc.
Ma non dobbiamo dirvele noi queste cose, le Autorità dovrebbero saperle e non parlarne più non mette di sicuro al riparo la gente dai rischi di assunzione del veleno, anzi il contrario.
Peraltro l’acqua è un bene dell’umanità, e già il fatto stesso di doverla pagare a caro prezzo, come avviene specialmente nei casi di distribuzione privatizzata che permette a pochi di fare business su un bene comune, costituisce un vero e proprio sacrilegio, figuriamoci quando la qualità risulta pure scadente, se non pericolosa per la salute della gente.
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