I prigionieri del “cellulare”

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La tecnologia telefonica è lo strumento per rincoglionire i popoli.

Non fanno più neanche notizia le code notturne per acquistare l’ennesimo prodotto della telefonia mobile della nota azienda di Cupertino.

In questi ultimi giorni a Roma, solo per prenotare il nuovo Iphone7 della Apple, più di sessanta persone si sono messe in fila sino dall’alba e il negozio ha effettuato una apertura “straordinaria” alle ore 8,00, distribuendo caffè, cornetti e acqua ai “poveri derelitti” che si sono “martirizzati” sull’altare del falso progresso e del marketing speculativo.

Lo sciorinamento continuo e periodico di prodotti industriali che sembrano frutto di un’incessante evoluzione tecnologica, ivi compresi i ben noti “aggiornamenti” dei sistemi operativi (.0.1 – .0.2 – .1.1 -.1.2 ecc. ecc), non è altro che un convincente strumento di vendita di “articoli” di transizione molto simili fra loro che, altrimenti, resterebbero sugli scaffali dei negozi e, nel caso di gran parte degli aggiornamenti, una mera coercizione per vincolare, controllare e soggiogare (fidelizzazione) il maggior numero possibile di utenti (solo una parte di queste continue modifiche sono effettivamente destinate alla sicurezza e alla correzione di errori precedenti dei software).

In buona sostanza, se il mercato restasse fermo nel periodo intercorrente fra l’emissione di un tipo di cellulare a quella della generazione successiva, realmente innovativa, le aziende produttrici dovrebbero concentrarsi solo sulla ricerca e la progettazione, privandosi così degli introiti continui che il mercato drogato e ipnotico di quest’epoca, perfettamente in linea col consumismo e lo shopping schizofrenico, può permettere.

Vengono quindi distribuiti di continuo aggiornamenti e sistemi operativi e, ogni 6 mesi circa, nuovi modelli di apparecchi telefonici che si differenziano gli uni dagli altri solo per piccoli dettagli.

E questa tecnica di “marketing ossessivo”, che ha ormai intrappolato milioni di utenti in tutto il mondo, viene adottata praticamente da tutti i costruttori del settore; l’unica che si era differenziata in tal senso, nel recente passato, era proprio l’Apple, tuttavia dopo la morte di Steven Jobs, anche la società di Cupertino si è allineata a questo genere di mercato speculativo.

Dunque è questo il mezzo più usato dai leader del mercato informatico per poter “schiavizzare” l’umanità che, nella stupida illusione di un possesso materiale ai vertici della qualità mondiale, che dovrebbe concedere “potere” a chi può disporne dei servizi, in realtà appiattisce tutti sullo stesso livello di assuefazione, distogliendo peraltro l’attenzione popolare proprio dal dominio crescente che questa tecnologia concede a chi la fabbrica e la distribuisce.

 

Una “felicità” di possesso puramente illusoria quindi, una sorta di droga che rende succubi, incapaci di reagire e di pensare autonomamente.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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