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Sono ripartiti i troll sui social

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Li abbiamo visti nella saga cinematografica del “Signore degli anelli” tratta dai celebri romanzi di Tolkien.

I “troll” sono personaggi immaginari, presenti nelle leggende scandinave, che abitano nei luoghi solitari (montagne, boschi ecc.) ma che, all’occasione, fanno di tutto per rompere le scatole ai visitatori del loro territorio, un po’ come gli “orchi” nelle tradizioni popolari europee.

In ambiente “internet” però i troll rappresentano quegli utenti web che cercano di disturbare i dibattiti generati dai post nei social, magari solo per esaltare il proprio ego ritenendo di essere protagonisti nelle discussioni della comunità virtuale, ma in tanti altri casi per tentare di boicottare le opinioni contrarie e le proteste che si sviluppano in rete contro il sistema di potere o certi personaggi della cronaca divenuti oggetto di critiche mediatiche (politici, indagati, coppie scoppiate, calciatori in crisi ecc. ecc.).

Solitamente sono anonimi, ma spesso si presentano con nikname grotteschi o aggressivi, anche se non mancano i megalomani con tanto di anagrafiche ufficiali che sperano così di “ascendere” verso l’Olimpo della notorietà.

I loro commenti sono sempre improponibili, sgrammaticati e ripetitivi, o retorici e molto spesso perfino fuori tema. Non di rado risultano anche volgari e inutilmente provocatori e costringono gli amministratori dei siti e delle pagine web interessate a cancellarli, magari anche bannando gli autori di queste immani scemenze.

Si tratta insomma dell’ennesimo fenomeno negativo sviluppatosi in rete con l’avvento dei social network che palesa l’oggettiva inadeguatezza della massa popolare nell’utilizzo di uno strumento che, per le aspettative di chi a suo tempo l’ha creato, doveva costituire piuttosto un mezzo di aggregazione e di condivisione di esperienze e informazioni che avrebbe potuto favorire lo sviluppo sociale. Invece niente di tutto questo, e così si è dato il via alla smania da protagonismo, alle fake news, alle truffe on line, alla megalomania più ridicola, all’insulsa voglia di “apparire” a qualsiasi costo, all’inutile ricerca continua di like, alla caccia di una fatua, inconcludente e temporanea notorietà costruita su milioni di numeri fasulli e artificiali che permettono ritorni in termini economici solo a pochissimi “eletti” ma a tantissimi scriteriati di perdere per “niente” la propria dignità … poi sono arrivati anche i troll in questo mondo che, invece di social network, sarebbe più corretto chiamare: SOCIAL JUNGLE.

 

Autore dell'articolo: Santokenonsuda

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