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Virus naturali o virus artificiali

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È di questi giorni la notizia della creazione in laboratorio di una variante “cattivissima” del virus dell’aviaria.

Evidentemente, considerato il flop pandemico di questo ceppo influenzale, e per dimostrarne comunque la possibile pericolosità, qualche “scienziatoimbecille ne ha creato uno ad hoc, potenziando quello già esistente che non era stato capace di rompere a sufficienza le tasche all’umanità intera.
Come dire: voglio dimostrare che eventuali incendi possono essere pericolosi, quindi do fuoco alla casa, buttando magari sopra la prima piccola fiamma una bella tanica di nitroglicerina rinforzata da uranio arricchito.
 

Viviamo sempre con la classica spada di Damocle pendente sulla testa; quando non accade nulla in natura, ci si mette pure l’uomo a creare problemi di ogni sorta.

 
Anche questo può essere considerato “terrorismo”, proprio come quello generato dai media che ad ogni principio di stagione invernale iniziano a tempestare mezzo mondo con notizie sugli arrivi di nuovi spaventosi virus influenzali, con l’unico scopo di favorire le multinazionali del farmaco nella vendita dei relativi vaccini.
 
La cinematografia spionistica e di fantascienza è piena di storie di questo tipo, ma francamente dobbiamo ammettere che non ci si discosta poi tanto dalla realtà.
Il classico studioso pazzo che crea il batterio killer da vendere alla potenza straniera come arma biologica, o che utilizza per minacciare il mondo, è ormai una figura trita e ritrita nelle sale cinematografiche, ma forse non ci rendiamo conto che si tratta della proiezione sul grande schermo di una reale ignobile attività sotterranea che, se portata alla luce del sole, viene spacciata come “ricerca scientifica“ e magari pure finanziata da denaro pubblico.

Auspico che ogni Governo del pianeta vigili su questi scienziati malati di protagonismo che a forza di creare ibridi immondi e bastardi in provetta, nell’ambito della loro pseudo ricerca bio-ingegneristica, potrebbero prima o poi portarci realmente verso una catastrofe globale difficilmente arginabile. D’altra parte non sono proprio i Vigili a dire che “gli incroci sono pericolosi”?

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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