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Basta Vespa, non se ne può più!

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È innegabile che questo personaggio è stato autorizzato dagli ultimi 5 o 6 governi a “pontificare” senza alcun ritegno dal suo trono mediatico proprio nella fascia di maggior ascolto televisivo.

È un potere enorme che eticamente, ma anche democraticamente, non dovrebbe essere concesso sempre alla stessa persona per tanto tempo.

 

L’anchorman di regime in pratica ha l’opportunità, che viene strumentalmente concessa solo a lui, di “manipolare” a piacimento l’opinione pubblica, e la cosa fa tanto comodo ai vari governi che via via si succedono, senza parlare della popolarità che gli ha permesso di sfornare e vendere con successo un libro all’anno, regolarmente promosso alla stampa ed al pubblico sempre alla presenza del presidente del consiglio in carica.

 

L’ultimo sdegno popolare, in ordine cronologico, è venuto fuori, e lo ricorderà certamente chi segue abitualmente “gli spettacolini” che questo individuo riesce sempre ad imbastire in tv qualsiasi cosa accada in Italia, dall’argomentazione tirata in ballo da vespa, con l’accondiscendenza di del rio, nel contesto drammatico del dopo terremoto dell’Italia centrale: parlare di economia e di “sberla alla crescita economica” il giorno dopo del disastro non vi sembra alquanto offensivo per chi ha subito le peggiori conseguenze dal sisma?

 

Dopo aver seguito 48 ore consecutive di servizi giornalistici, approfondimenti, interviste di dubbio gusto e certa inutilità, occorreva proprio la “sberla” di vespa? Sì, perché il vero schiaffo non l’ha dato il terremoto all’economia italiana, piuttosto lui a tutti i telespettatori italiani che già qualche mese fa si erano dovuti anche sorbire le interviste agli eredi di casamonica e di riina …. vespa sarà anche un “anchorman” ma le acque che ha scelto per ormeggiare sono molto “torbide”.

 

Parliamo di utilizzo di “denaro pubblico”, sì perché la rai è presentata dal governo come organo di stato per poter “IMPORRE” un tassa iniqua che nessuno mai è riuscito legalmente a far abolire, pur trattandosi di “DUPLICAZIONE ANNUALE DI UNA TASSA DI PROPRIETÀ SUL TELEVISORE” (la tassa di proprietà è quella che si paga al momento dell’acquisto e si chiama IVA).

È inconcepibile, pertanto, che la rai sia contemporaneamente una televisione “pubblica” al momento di incassare il canone e una “società privata” quando si tratta di gestirne il denaro “rastrellato” dalla popolazione e dagli sponsor pubblicitari.

Se, come sostiene il governo, la rai è uno strumento pubblico, allora il “favorire” sempre gli stessi personaggi, peraltro non graditi alla massa popolare (i dati auditel – sempre che veritieri – non indicano di certo che i dati d’ascolto coincidano con quelli di gradimento), potrebbe configurarsi come “INTERESSE PRIVATO IN ATTI D’UFFICO”, vecchio reato abrogato nel 1990, ma ora riconducibile nell’analogo “ABUSO D’UFFICIO” …. a meno che renzi non intenda “riformare” anche questo.

Autore dell'articolo: admin

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