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Solo due piccole domande …


Ci sono alcuni, specialmente su questo caleidoscopio impazzito chiamato Facebook, che amano propinarci di continuo tutta una serie di assolute ovvietà. Perché attraverso l’ovvio, si sa, quattro o cinque “like” in più non glieli toglie nessuno.

Tra questi, spiccano coloro che sono a favore dell’accoglienza totale e indiscriminata, che non perdono mai occasione per ricordarci che la vita è sacra, che tutti gli uomini dovrebbero avere gli stessi diritti, che chi nasce in un’altra terra non ne ha merito né colpa, ecc. ecc., incluso qualche tocco “lirico” alla prima disgrazia che faccia notizia.

Queste, tuttavia, sono cose a dir poco scontate, valori che possiede qualsiasi uomo o donna che si possa ritenere tale, sentimenti che non possono prescindere dalla vita di ognuno di noi, anche senza che lor signori ce ne facciano quotidiani memoranda. Poi, però, c’è persino la realtà.

Quella del sovraffollamento, quella di gente che non sa dove sbattere la testa per un misero piatto di minestra, quella di Via Marsala (per dirne una soltanto) trasformata in un affollatissimo e lurido dormitorio pubblico, con uomini, donne e bambini tra i cartoni, al sole e al gelo.

Quella della microcriminalità in costante e inevitabile aumento, dei furti e delle leggi farsa sulla legittima difesa, del pericolo a girar soli di notte tra le strade di molti quartieri. Quella della lottizzazione e della ghettizzazione.

Quella del lavoro nero, della nuova schiavitù, delle paghe da sfruttatori e del generale abbassamento dei salari, anche quelli in “bianco”. Quella della disoccupazione “legittima”, dal lavoro, e dell’occupazione abusiva, delle case.

Ecco, poi c’è anche la cruda realtà, oltre ogni banalità superflua, al di là dei sermoni e delle carezzevoli utopie. E allora a lor signori, a coloro a favore dell’accoglienza sempre e comunque, io pongo due semplici domande:

1. Ammesso che io non sia il solo a vederli, cosa proponete, nel concreto, per la risoluzione di tutti i problemi poc’anzi elencati?

2. Come immaginate questa nazione (e non solo essa) fra una ventina d’anni?

Ecco qua, due piccole, semplicissime domande. Attendesi risposte. Astenersi perditempo.

Autore dell'articolo: Alessandro Vizzino

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