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Fuga per la sconfitta

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I dati sono sconfortanti: secondo un video diffuso da Repubblica.it (che si rifà comunque all’Istat) ogni anno sono circa ventimila i giovani che vanno via dalle più grandi città della Sicilia in cerca di un lavoro.

Nel filmato questa “emorragia” di giovani promesse del lavoro viene perfino raffigurata come la sparizione annuale di un’intero paese dell’Isola.

L’età media di questi “nuovi emigranti del ventesimo secolo” si aggirerebbe fra i venti e i quarant’anni. Il record assoluto viene attribuito ad Agrigento con un totale di circa 149mila  giovani fuggiti all’estero o al nord dell’Italia.

L’altro motivo ufficiale di questa drammatica fuga sembrerebbe essere lo studio, ma sembra più una scusa che non un reale obiettivo di questi ragazzi. Si scappa dalla madre terra in mancanza di certezze per il futuro e, anche se temporaneamente solo per studiare, ci si inizia ad affezionare ad altri territori, ad altre culture, ad altri tipi di organizzazioni sociali. In Sicilia tutto sembra più difficile e così i giovani preferiscono poi restarne fuori riuscendo magari a trovare, alla fine degli studi, una collocazione nel mondo del lavoro lontano dalla propria terra.

Grazie anche a opinabili “invenzioni” come l’erasmus e a strampalate dichiarazioni dei politici di turno, che ritengono “bellissimo” che i nostri giovani emigrino all’estero perché contribuiscono all’integrazione globale e alla nascita di nuove generazioni “ibride“, la Sicilia si sta lentamente svuotando dai siciliani doc, “sostituiti” con il pieno consenso buonista dei governi di sinistra da decine di migliaia di migranti africani più o meno economici o più o meno rifugiati politici.

L’Unione degli Studenti Sicilia ha dichiarato: “Chiediamo che si investa sui bisogni della popolazione, che si interrompano gli investimenti verso piani dannosi e inutili verso i siciliani, come il Muos; e chiediamo che finalmente si inizi a lavorare su una legge regionale per il diritto allo studio. Non stupisce scoprire che siamo l’unica regione che non ne possiede una, eppure la prima regione per abbandono scolastico. Proprio perché i governi della nostra regione non hanno mai inserito tra le loro priorità l’aiuto alle famiglie che non possono mandare i loro figli a scuola per consentir loro un’istruzione dignitosa. La nostra campagna I Diritti Non Si Isolano vuole sensibilizzare proprio su questo tema, per trovare i colpevoli dei tragici dati della nostra regione e finalmente per iniziare a investire sul benessere e sui servizi della Sicilia. E’ ora che si inizi a mobilitarsi per il futuro dei giovani siciliani“.

Ricordiamo che il 48% della popolazione in Sicilia vive sotto la soglia della povertà, che la disoccupazione è fra le più alte d’Europa (vicino al 40%) e soprattutto (nessuno fin’adesso ci ha pensato) i figli dei mafiosi che intendono proseguire nella “bell’attività” dei loro padri, non si annoverano certo fra i giovani che fuggono all’estero, quindi le nostre Istituzioni pubbliche (Giustizia, Antimafia, Magistratura, Ministero degli Interni ecc. ecc.) intenderebbero concedere il territorio siciliano al controllo della delinquenza organizzata e all’invasione dei lavoratori stranieri in costante migrazione nell’Isola?

Se fosse così, la “fuga” dei nostri giovani, parafrasando il titolo di un celebre film, diventerebbe “Fuga per la sconfitta“, perché cedere il territorio in questo modo, senza dare alcuna opportunità a chi VUOLE RESTARE A LAVORARE NELLA PROPRIA TERRA, per la nostra amministrazione pubblica, per tutte le istituzioni e per il governo centrale e regionale significherebbe solo acclarare una sconfitta clamorosa, immorale e incivile, un enorme fallimento per la legalità, tanto osannata da politici e presidenti vari, e per coloro che hanno lottato contro la criminalità che, in questo modo, potrebbe facilmente aumentare i suoi margini d’azione.

 

Autore dell'articolo: admin

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