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I replicanti nei tg di “Teleminkia”

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Avete mai ascoltato con attenzione le voci dei lettori dei tg e quelle degli “inviati speciali” nel loro sconcertante modo di esprimersi durante i servizi (pseudo) giornalistici nelle zone di guerra o dove sono avvenute catastrofi naturali?

Spesso mentre va in onda un telegiornale su un qualunque canale italiano (perché fatta eccezione per Sky ormai in tutte le tv si assiste a questo scempio della lingua italiana), siamo tutti intenti a scolare la pasta, a badare al bambino che si tira addosso la tovaglia, a stendere la biancheria o magari a russare profondamente perché la televisione su di noi ha un effetto soporifero maggiore di quello del Tavor. Ovviamente però gli indici di ascolto sono sempre altissimi e i dirigenti delle emittenti televisive, specialmente quelli della tv pubblica, si illudono che tutta l’Italia stia pendendo dalle labbra dei loro dipendenti, anche se sembrano ormai labbra di robot digitali che parlano a scatti o a singhiozzi non possedendo ancora le capacità intellettive umane.

Attualmente però questi “attori mancati“, perché i loro servizi più che informazione costituiscono vere e proprie RECITE teatrali, continuano a effettuare le loro ridicole performance certamente sollecitati da qualche consulente d’immagine del settore televisivo che si è inventato quest’idiozia divenuta più contagiosa della variante Omicron del Covid19. Una delle prime a recepire questa “direttiva” è stata Valentina Bisti della Rai, e questo blog aveva segnalato quest’assurda deformazione televisiva con un articolo del 2 maggio 2021, che si può visionare cliccando su questo link: https://www.striscialaprotesta.it/2021/05/02/ma-come-parla-valentina-bisti/ , ma ancora prima il 21 maggio del 2019 con l’articolo consultabile a quest’altro link: https://www.striscialaprotesta.it/2019/05/21/lo-slang-dei-robot-nei-tg/ . In ogni caso ormai il novanta per cento dei giornalisti che appaiono in tv ha adottato (o è stato costretto ad adottare) questo modo di comunicare lirismo emotivo.

Da qualche anno ormai lo slang che viene utilizzato da questi “strani personaggi”, specialmente quando si parla di tragedie, costituisce il loro unico modo di comunicare un eventuale pathos integrativo, in quanto sono convinti che le pause intervallate a ciclo continuo possano amplificare l’effetto shock sui telespettatori, come se gli stessi fossero dementi da educare alla corretta ricezione della gravità dell’informazione. Oltre che costituire dunque un’offesa per la gente che segue i tg, già sufficientemente straziata dalle tragedie, questo martirio vocale NON AGGIUNGE PROPRIO NULLA ALLA DRAMMATICITA’ DELLE IMMAGINI TRASMESSE, anzi in fondo rischia di rendere grottesco il modo di accompagnarle, ottenendo l’effetto contrario su chi le riceve.

Forse non sono stato molto chiaro nella descrizione di quest’oscenità televisiva che rischia di trasmettere ai telespettatori più “fragili” non certamente intensità emotiva ma piuttosto l’abitudine a un linguaggio simile a quello dei replicanti alla Blade Runner, che comunque già parlavano molto meglio. Dunque per rendere meglio l’idea ecco di seguito altri due video tratti dal TG1 della Rai dove ho riportato i relativi testi, intervallati dai puntini che indicano le inutili pause introdotte nel discorso dai “singhiozzantiinviati speciali.


<< si su questee … strade…. fino a poco fa … su queste strade ditulì (?) … ricoperte di fango … centinaia e centinaia … di … e … persone … le vale … le vanghe … … le pale… e la lotta… contro …  il fango che …. e continua … insieme a loro i soccorritori … sono oltre …. …. mille … gli uomini dei Vigili del Fuoco impegnati …. qui in Romagna e anche oggi … nonostante la pioggia … sono proseguite le ricerche di possibili dispersi noi siamo stati …. con i sommozzatori dei Carabinieri .. questo è il nostro racconto ….>>


<< nelle strade piene di acqua dove possono passare … solamente i mezzi dei vigili del fuoco della protezione civile … dell’esercito .. con senecesì (?) … avvicina a un’altra … notte fuori … casa per molte persone …. centinaia l’invito è arrivato anche …. nel tardo pomeriggio di oggi soprattutto per gli anziani …. e i fragili a lasciare le loro case …. arrivata …. troppa acqua il sistema non riesce a far …. a far defluire e dunque …. la situazione è davvero di tensione per tante persone il racconto di questa … giornata nel nostro servizio...>>


Se leggete la trascrizione dei testi di questi due servizi potete facilmente rendervi conto di quanto scriteriato possa essere questo modo di comunicare, anche perché questi brevi comunicati introducono altri video, dagli inviati denominati “racconti“, che ripetono in modo meno discontinuo quanto già detto in precedenza nell’insulsa recita di presentazione, ben condita da immagini che secondo gli intenti della testata giornalistica Rai dovrebbero predisporre i telespettatori a recepire meglio le emozioni connesse alla descrizione della tragedia. Al riguardo finisce col far sorridere, invece di far piangere, l’inviata del secondo servizio con i piedi immersi nell’acqua per “rendere meglio” ciò che poi nel “racconto” successivo viene ampiamente documentato. Ovvero: “quando lo stupido trucco mediatico finisce col ridicolarizzare la notizia“.

Al di là di tutte le stronzate dei telegiornali, tutta l’Italia piange comunque le vittime di quest’alluvione ed è unanimente accomunata ai Cittadini Emiliani colpiti da questa tragedia … e non certo per quanto ci fanno vedere e sentire i “singhiozzanti” dei tg.

Forse con l’avvento dell’intelligenza artificiale gli attuali lettori singhiozzanti verranno sostituiti da giornalisti virtuali che parleranno sicuramente meglio di loro, ma almeno non verranno strapagati come gli attuali … ricordiamo che la Rai è un servizio pubblico e siamo noi telespettatori a pagarlo.

Autore dell'articolo: Santokenonsuda

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