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La paura fa 40 e vince la sindrome di Stoccolma

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Le ultime elezioni europee del 25 maggio, hanno dimostrato, ancora una volta, che gli elettori meno “coraggiosi” e rivoluzionari del mondo sono gli italiani.

Sarà perché nella storia dell’intera umanità sono quelli che hanno combattuto di più in passato, sarà perché sono sempre stati i più disponibili al compromesso, sarà perché con l’arte dell’arrangiarsi hanno cercato di ricorrere il meno possibile alla “violenza” per risolvere i problemi, sarà perché tendono (troppo però) a dar fiducia a qualsiasi individuo riesca a cavalcare le loro speranze, sta di fatto che gli italiani non ne vogliono sapere di affidarsi al “primo” ribelle di passaggio.

Così fra i due “rottamatori” ufficiali hanno preferito quello meno rumoroso e aggressivo, anche se consci, forse, che così le cose potrebbero cambiare solo in qualche “sfumatura” del colore di sfondo, non di certo nell’intero scenario.

Così Renzi si è preso il 40% dei voti e Grillo appena il 21.

Beppe, stupidamente paragonato ad Hitler, si è dovuto prendere così, di fronte le telecamere, una pastiglia di Malox insieme a Casaleggio per poter ingoiare un rospo acidissimo, nonostante il mantenimento di quasi tutto il suo elettorato con tutte quelle “onorevoli”  fuoriuscite che hanno preceduto il risultato delle urne.
Il M5S, però, ha ribadito bene o male la sua percentuale delle scorse elezioni, la delusione per i pentastellati sta nella mancata crescita che era data invece per certa alla vigilia.

La paura di certa classe di elettori, specialmente anziani o poco interessati ai cambiamenti repentini, ha pilotato voti verso il “rottamatore-tenerone“, verso quel Renzi che vuole cambiare le cose adoperando più le pinze che l’ascia di guerra.

È comunque da rilevare che il “primo partito italiano, quello che ha preso la maggiore percentuale, è quello degli “astensionisti“; in sostanza, e ancora una volta, il voto più forte è risultato il “non voto“… quindi un malessere deve pur esserci in Italia per tenere lontano dalle urne tanta gente.
In effetti il popolo italiano in maggioranza è “euro-schifato“, ma ha preferito o disertare i seggi elettorali o rifugiarsi nella morbida bambagia di un voto tranquillo, anche se “euro-colluso“; cambiamento sì, ma da prima in seconda, di marce alte come quarta o quinta non se ne parla.

La cosa che appare più controversa è però la curiosa ascesa dei così detti “euro-scettici” proprio nei paesi che hanno visto la crisi molto da lontano… ma come si fa in Italia a continuare a dare fiducia all’unione valutaria europea che ci ha messo in ginocchio con la sua politica economica basata su regole assurde, sanzioni e austerity?
Sembra proprio l’effetto della Sindrome di Stoccolma quando chi subisce violenza finisce col provare un sentimento positivo verso il proprio aguzzino, addirittura fino a innamorarsene.
Ebbene, una parte degli italiani, contrariamente ai Greci e a gran parte dei popoli meno soggiogati dall’UE, si è affezionata patologicamente al proprio torturatore e invece di rivoltarcisi contro, o tentare di sfuggire alla sua morsa mortale, ha voluto riabbracciarlo tentando di fargli cambiare idea con una carezza al posto di un cazzotto.

Non ci resta che sperare nella contrapposizione a Bruxelles rispetto alla politica demoniaca della merkel degli anti-europeisti non italiani e dei renziani che, avendo ora gli strumenti giusti per farsi sentire, potrebbero battere i pugni sul tavolo parlamentare europeo per cambiare radicalmente la politica economica comunitaria.

Non ci resta che piangere … e sperare!

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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