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E gli sciacalli continuano a sciacallare

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I veri sciacalli sono i “giornalastri” (i giornalisti da strapazzo) e gli “economistici“, cioè i politici che hanno visioni mistiche di economia anche quando guardano nel vuoto più assoluto.
I primi intervistano le vittime ancora sotto le macerie, si producono in performance letterarie abusando dell’emotività popolare per risultare i “migliori” sugli schermi dei tg nazionali, riassumono le “puntate precedenti” rielencando sempre, al verificarsi di ciascun evento, tutti i precedenti storici degli ultimi trent’anni, organizzano dirette televisive o talk show “straordinari” ripetendo sempre le stesse “amenità” e identici luoghi comuni già manifestati nelle drammatiche “occasioni” precedenti.
I secondi invece hanno raggiunto ormai il giusto grado di “arroganza” per ritenersi tanto “al di sopra” di tutto e di tutti (ivi compresi i morti e le vittime degli stessi eventi) da poter cinicamente parlare di pil e “ricrescita” economica sui cadaveri ancora caldi dei cataclismi naturali, proprio come avevamo sentito fare al telefono, appena alcuni anni fa, quando un certo personaggio, beccato in una intercettazione audio, si esaltava ridendo delle “opportunità” fornite da un terremoto come quello de L’Aquila.


 

Ecco cosa si sono detti vespa e del rio durante l’ultima sciagurata puntata di “porta a porta” – riporto testualmente:
Bruno Vespa: “Questa sarebbe una bella botta di ripresa per l’economia perché pensi l’edilizia che cosa non potrebbe fare”.

Delrio: “Adesso l’Aquila è il più grande cantiere d’Europa e anche l’Emilia è un grandissimo cantiere in crescita! Fará PIL”!

Bruno Vespa: ” darà lavoro ad un sacco di gente”!


 

Se non ci credete potete anche visionare il video a questo link:
http://www.beppegrillo.it/m/2016/08/vespa_del_rio_e_i_terremoti_che_creano_lavoro.html
La gente civile, senza il prosciutto sugli occhi, stavolta sta puntando il dito sugli “sciacalli” mediatici, ma vedrete che loro non si “vergogneranno” affatto, anzi contrattaccheranno accusando i loro detrattori di fare “populismo” o “strumentalizzazione politica“, anche questi luoghi comuni e frasi fatte dietro i quali si trincerano, da tanti anni in Italia, i più scadenti rappresentanti del giornalismo e della politica.

Autore dell'articolo: Sergio Figuccia

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