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Abusi mediatici e digitali

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“Prevedevamo che nell’arco di una vita sarebbero apparse cose inimmaginabili alle quali la gente si sarebbe abituata come già, in pochissimo tempo, si era abituata ai telefonini, ai computer, all’iPod e al gps.”
ANNIE ERNAUX – Gli anni.
 
È la citazione che apre la seconda parte di questo libro, ambientata nel 2031. Romanzo, thriller, storia di bruciante attualità, ma anche profonda riflessione sull’uso perverso dei media digitali, che getta una luce spietata sul mondo degli influencer bambini e sui genitori che li sfruttano.
 
La narrazione si dipana agile e scorrevole tra reality, canali YouTube, sovraesposizione mediatica della vita privata, Truman show, piattaforme tecnologiche dove piovono le ricche sponsorizzazioni delle multinazionali e valanghe di followers plaudenti; c’è anche lo psicoanalista che da anni studia le derive psicotecnologiche.
 
Ci sbatte in faccia cose che sappiamo ma che facciamo finta di, o non vogliamo, capire. Ma, dopo averlo letto, la prossima volta che staremo per postare con diletto la foto o il video di un figlio o un nipotino (a partire dall’ecografia fetale) difficile non pensare a questa scrittura così incisiva e poetica e non fare i conti con il reato di abuso di immagine che staremo per compiere.

Autore dell'articolo: Daniele La Barbera

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