Forse non ve ne siete accorti, ma da tempo in Italia esiste la libertà di truffare la gente alla sola condizione che le vittime dei raggiri vengano preventivamente avvertite. Solo dopo la realizzazione di una truffa e l’eventuale denuncia alle autorità giudiziarie interviene (forse) lo Stato nella ricerca, ed eventuale (forse) punizione, dei relativi responsabili. Non ci credete? Ecco un primo esempio (ne seguiranno altri nei successivi articoli di questo blog):
Si sa che i cookie, specialmente quelli profilanti (che creano profili personalizzati di ogni singolo utente diversamente da quelli tecnici che invece sono pressoché necessari a un buona navigazione sul web), sono utilizzati da certi siti web per finalità pubblicitarie, di advertising, e di marketing senza scrupoli spesso in forma vessatoria nei confronti dei visitatori; sono perfino in molti casi oggetto di “mercato nero” di dati informatici che, una volta raccolti e catalogati per tipologia di utenza, vengono poi “liberamente” rivenduti ad aziende (chiamiamole così) che ne fanno strumento di truffa. Ebbene lo Stato Italiano, e l’intera UE lasciano fare liberamente, nessuna legge impedisce questo strazio informatico. Perbacco! Questo è progresso! La pubblicità e la diffusione, anche quella illegale dei dati personali per il business degli imprenditori del web è evoluzione, civiltà, sviluppo e crescita! Che importa se la gente viene tempestata dalla mattina alla sera da telefonate farlocche e ingannevoli, e da migliaia di email quotidiane da gettare subito nel cestino del proprio pc? Il progresso prevede che gli “imprenditori amici degli amici” non debbano essere minimamente danneggiati in questa loro attività. Dunque l’UE, a braccetto dello Stato Italiano, partorisce la direttiva comunitaria che “impone ai gestori dei siti web di informare l’utente del fatto che su quel sito si fa uso dei cookie“; l’assenza della comunicazione prevede ovviamente sanzioni pecunarie che permettono così ulteriore business occulto da parte delle pubbliche amministrazioni a danno degli eventuali inadempienti. Poi, il fatto che TUTTI i possessori di domini web hanno l’obbligo di inserire sulla loro home page la comunicazione in argomento, appiattisce l’intervento istituzionale rendendolo praticamente inutile considerando che la necessità del consenso da parte di TUTTI gli utenti (costretti a concederlo per poter usufruire dei servizi in rete) rende di fatto TOTALMENTE LIBERI i gestori dei siti, una volta registrato il necessario consenso dell’utente, di operare in qualsiasi modo, quindi anche di truffare e di speculare sui propri visitatori. Dunque “NO” da parte delle istituzioni all’illegalità della profilazione degli utenti, del mercato occulto dei dati informatici, delle truffe in rete basate proprio sull’acquisizione di massa di dati sensibili, anzi, basta solo dare il consenso per poter essere liberamente sottoposti a qualsiasi malversazione da parte dei truffaldini della rete, e chi non lo richiede o dimentica di aggiornare al riguardo il proprio sito web viene per di più punito con spropositate sanzioni pari a quelle dei peggiori delinquenti informatici.
Questo è il primo esempio di come lo Stato Italiano (e l’UE in questo caso) si manifesta completamente impotente, o peggio ancora correo, nell’ambito della prevenzione delle truffe del nuovo millennio … vietare le truffe no, trovare il modo per permetterle fingendo di volerle evitare sì.
Nei prossimi articoli faremo altri incresciosi esempi.